
Chi è il tecnico della riabilitazione psichiatrica e cosa fa? Di solito quando alla domanda “Che lavoro fai?” io rispondo “il tecnico della riabilitazione psichiatrica” sul volto del mio interlocutore nasce un’espressione interrogativa. Quella del tecnico della riabilitazione psichiatrica – TeRP – non è una professione comune che fa parte del nostro vocabolario e immaginario quotidiano.
Nel post di oggi vi spiego chi è il TeRP, come lo si diventa, cosa fa e in che ambiti può lavorare.
Chi è il tecnico della riabilitazione psichiatrica
Il tecnico della riabilitazione psichiatrica è una professione sanitaria, specializzata in ambito psichiatrico. Professione sanitaria vuol dire che rientra nel macro insieme di operatori sanitari come l’infermiere, il logopedista, il tecnico radiologo etc… che con il corso di laurea triennale e l’esame di stato ottengono l’abilitazione alla professione.
Pur rientrando sotto il cappello sanitario, non è un medico, ma è una figura che io definirei “di prima linea” perché si occupa di molti aspetti della vita quotidiana dei pazienti. Immaginiamo una persona con un disturbo psichiatrico di varia natura, seguita dai servizi di salute mentale, che ad esempio non esce più di casa. Il TeRP in questo caso, in accordo con l’intera equipe, entra in contatto con la persona. Insieme ad essa cerca di capire innanzitutto perché non esce più di casa, e ricerca dei modi per cambiare questa situazione.
Il TeRP lavora a stretto contatto con i pazienti
Il TeRP è una professione che si inserisce molto nella quotidianità dei pazienti. Lavora su quelle che vengono chiamate abilità di base (cucinare, lavarsi, prendere i mezzi, cercare un lavoro etc…) e anche sulle abilità relazionali (mantenere le relazioni, come chiedere informazioni o aiuto, come comunicare etc…). Come dice il termine stesso di ri-abilitazione, si punta proprio a un recupero di abilità che per vari motivi, anche legati all’impatto della malattia, sono sopite o bloccate.
L’esempio che hanno usato in università per spiegare sinteticamente il lavoro del TeRP è: “Se il mio paziente non sa allacciarsi le scarpe, non gliele allaccio io ma gli faccio vedere come si fa, cosicché possa provarci lui”. L’obiettivo della riabilitazione psichiatrica è quindi creare le condizioni favorevoli affinché il paziente possa recuperare le sue abilità, o riscoprirne di nuove. In ogni momento del progetto si punta alla miglior qualità di vita raggiungibile da quella persone, con l’aiuto dei diversi professionisti e dei relativi interventi.
Un punto di forza del lavoro del TeRP è la vicinanza al paziente: questo per il tipo di interventi, per il fatto che si inserisce molto sulla quotidianità e per le ore che si passano insieme. Il rovescio della medaglia dello star così vicini è che a volte può essere dura. Stare a contatto con la sofferenza è faticoso, ed è faticoso gestirla da soli, per questo è importante confrontarsi sempre con l’equipe o il supervisore.
La giornata tipo del TeRP
Mi sveglio al mattino e dopo un controllo veloce del telefono e lettura dell’agenda, esco. Primo appuntamento: riunione di equipe per revisionare e aggiornare i casi dei pazienti che abbiamo in carico. La riunione di equipe è un momento di confronto tra i vari professionisti – TeRP, psichiatri, infermieri, assistenti sociali – per capire che direzione prendere con il progetto e gli obiettivi prefissati.
Dopo la riunione ho diversi appuntamenti con i pazienti che seguo. Ci incontriamo fuori, per esempio con alcuni pranziamo insieme e mi faccio raccontare la giornata e come va in generale. In questi racconti potremmo toccare vari temi e problemi presenti, e cercare dei modi per risolverli. Con altri facciamo delle lunghe passeggiate e cerchiamo di capire come usare i mezzi di trasporto, oppure come pagare le bollette. Alcune visite che faccio si svolgono anche a casa del paziente: caso mai questa persona ha paura di uscire, e capiamo insieme perché e come eventualmente affrontare la questione. Oppure il lavoro da fare è proprio occuparsi dell’ambiente domestico, quindi da dove si parte per ordinare e riorganizzare casa? Lo vediamo insieme. Queste attività sono quelle che noi chiamiamo incontri individuali, perché il lavoro si basa su una relazione uno a uno.
Dopo aver finito con le individuali dei pazienti, raggiungo un paio di colleghi per fare un gruppo. Le attività di gruppo caratterizzano il nostro lavoro perché è innanzitutto un’occasione di confronto per i pazienti e messa in atto delle capacità relazionali. Per noi operatori è un momento di osservazione, e anche scambio delle osservazioni stesse con i colleghi. I gruppi possono avere diversi scopi e obiettivi, ma il mio gruppo di oggi è un bel aperitivo con colleghi e pazienti. Abbiamo prenotato in uno dei bar che preferiamo, e la serata trascorre piacevole tra sorrisi e chiacchiere.
Come diventare tecnico della riabilitazione psichiatrica
Tecnica della riabilitazione psichiatrica è un corso di laurea triennale, che rientra sotto il cappello delle professioni sanitarie. Come tutte le professioni sanitarie per entrare è necessario superare il test di ammissione, una volta passato ci si iscrive al CdL. Essendo un corso sanitario prevede alcune lezioni come anatomia, biologia e chimica, fisica e statistica che sono uguali per tutte le professioni sanitarie. Oltre a queste ci sono quelle di indirizzo che vanno da storia della psichiatria a psicologia generale, da psicopatologia a riabilitazione psichiatrica e poi una rassegna di tutte le tecniche riabilitative.
La frequenza alle lezioni è obbligatoria, ed è presente fin dal primo anno il tirocinio anch’esso obbligatorio. È un corso di laurea impegnativo soprattutto da un punto di vista di tempo trascorso tra lezioni e tirocinio. La particolarità delle professioni sanitarie è appunto che fin dal primo anno è presente il tirocinio professionalizzante. Quindi fin da subito si mettono le mani in pasta con quella che sarà la professione, ovviamente sempre sotto la supervisione del tutor.
Il tirocinio si svolge in ambito psichiatrico, nelle varie strutture: comunità, centri diurni, centri psicosociali, ambulatori etc… A Milano dove ho studiato io è abitudine svolgere i tre anni di tirocinio sempre nello stesso luogo, perché si punta all’osservazione dell’evoluzione dei pazienti, dei progetti di cura e anche alla presa di responsabilità sempre maggior da parte del tirocinante. In altre regioni ad esempio si cambiano sedi di tirocinio più frequentemente, per dare la possibilità di vedere ambiti diversi.
Nel corso del terzo e ultimo anno si lavora al progetto di tesi, e a ridosso della laurea si svolge anche l’esame di stato che abilita alla professione. L’esame di stato si concentra soprattutto sulla creazione di un progetto terapeutico a partire da un caso clinico, da cui è possibile capire non solo le conoscenze specifiche dello studente, ma anche la capacità di ragionamento clinico.
Formazione post laurea
La formazione post laurea non è obbligatoria, ovvero con il corso di laurea triennale si è già abilitati alla professione. Il mio personale consiglio è, se possibile, continuare a studiare e specializzarsi. Ora ci dico quali possono essere delle possibilità:
- Master di primo livello: ce ne sono tanti in artiterapie (ad esempio il mio in danzaterapia clinica di Lyceum), anche in coordinamento delle professioni sanitarie (Università Bicocca, Università LUM) oppure in tanti altri ambiti clinici/educativi.
- Corsi di laurea magistrali: tutte le magistrali a cui si può accedere con il titolo di TeRP, e questo lo si vede nei requisiti dei corsi stessi (es. Scienze cognitive e processi decisionali, Programmazione e Gestione delle Politiche e dei Servizi Sociali)
- Altri corsi di laurea: proseguire gli studi per accedere a un’altra professione, alcuni esami di TeRP potrebbero essere riconosciuti in parte.
Dove lavora il tecnico della riabilitazione psichiatrica
Il TeRP può lavorare in tutti i luoghi della psichiatria, pubblici o privati, e che siano per adulti, anziani, adolescenti o bambini. Le strutture in cui lavora più frequentemente sono le comunità residenziali e i centri diurni. Le comunità sono luoghi in cui i pazienti vivono e trascorrono un certo tempo, che varia in base al progetto e al tipo di struttura. I centri diurni sono strutture semi-residenziali in cui si entra al mattino e si esce al pomeriggio. Si svolgono attività di vario genere, soprattutto di gruppo.
Può lavorare nei Centri Psico Sociali (CPS) in cui sarà referente della parte riabilitativa ed educativa. Organizzerà gruppi, seguirà in colloquio dei pazienti, e si interfaccerà con gli enti esterni. Ci sono anche progetti che si occupano di varie aree di vita, ad esempio gli inserimenti lavorativi, oppure che trattano determinati disturbi (disturbi di personalità, esordi psicotici, adolescenti etc…). Il TeRP potrebbe anche lavorare nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (SPDC) che è il reparto psichiatrico che gestisce le situazioni di acuzie. Simili agli SPDC ci sono reparti o cliniche che trattano specifici disturbi.
Il TeRP potrebbe lavorare anche nell’ambito delle dipendenza, per esempio nei SERD. Può seguire una carriera da libero professionista e quindi lavorare in rete con altre figure professionali, sempre erogando interventi riabilitativi o educativi.
Si trova lavoro come TeRP?
Una domanda che mi viene rivolta spesso da chi è interessato a questa professione è: ma si trova lavoro? La risposta è sì! Il tasso di occupabilità è alto, anche per chi è laureato da poco. Certamente questo varia da regione a regione, perché dipende da quanto la professione è riconosciuta e quindi richiesta, ma anche dai tipi di servizi presenti. Un aspetto positivo è che una volta che si entra nel mondo del lavoro – più frequentemente privato e accreditato – si riescono a trovare sempre nuove possibilità.
Link utili
Per concludere vi lascio dei link utili dove raccogliere ulteriori informazioni e farvi un’idea ancora più precisa di chi è il tecnico della riabilitazione psichiatrica.
- AITeRP – Associazione Italiana Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica
- CdL in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica
- Vi lascio il mio video in cui spiego chi è e cosa fa il tecnico della riabilitazione psichiatrica
Se avete domande o curiosità, lasciate pure un commento!
Una volta conseguita la Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, possibile proseguire gli studi in ambito universitario sia presso il Corso di Laurea Magistrale
Il corso di laurea magistrale consigliato dopo il CdL è quello in Scienze Riabilitative delle Professioni Sanitarie, in cui si possono approfondire i temi della formazione, della ricerca e del coordinamento.
Non è possibile svolgere la magistrale in neuroscienze?
Puoi controllare i requisiti della magistrale di neuroscienze che ti interessa. Io credo che in Italia ad una magistrale di questo tipo possano accedere psicologi o medici.
BUONASERA, SONO UN’INFERMIERA E SONO INTERESSATA A QUESTA FIGURA PROFESSIONALE, MI INTERESSA SAPERE CHE TIPI DI ATTIVITA’ RIABILITITATIVE SI APPRENDONO DURATE IL PERCORSO DI LAUREA. GRAZIE.
ALICE.
Buon pomeriggio Alice, innanzitutto mi spiace per il grande ritardo nella risposta. Spero possa esserti ancora utile la mia risposta: le attività sono molteplici, si va da attività risocializzanti e meno strutturate, ad altre in cui si sceglie un focus più preciso di intervento e di conseguenza si cerca di strutturarle di più.
Mi hai dato un’idea per un prossimo articolo, grazie!